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BOBBIO - Le Terme

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Bobbio e le sue Terme.       

Bobbio da diversi anni è stata insignita della Bandiera Arancione del Touring Club per il centro medievale di interesse turistico, è riconosciuta Città d’Arte e Cultura e dal 2008 è entrata a far parte del club dei Borghi più Belli d’Italia. Come se non bastasse, il grande scrittore Ernest Hemingway descrisse la circostante Val Trebbia come il luogo più bello del mondo. Siamo a Bobbio, graziosa cittadina di quasi 4 mila abitanti in provincia di Piacenza, all’estremità occidentale dell’Emilia Romagna. Incastonata nel paesaggio verdeggiante della Val Trebbia, Bobbio è lambita dal corso placido dell’omonimo fiume e se ne sta ancorata alle pendici sublimi del Monte Penice, a 1460 metri di quota.
E’ incredibile quanto un borgo tanto piccolo, dall’aria timida e riservata, possa nascondere una quantità tanto vasta di leggende, storie e tradizioni: ogni ciottolo delle stradine tortuose, ogni angolo dei vicoli e ogni balcone delle antiche abitazioni racchiude un mondo intero, e porta le orme di chi nei secoli ha modellato il paese.

Di origine tardo-medievale, il paese ha una storia ricca che va di pari passo con quella dell’Abbazia di San Colombano, eretta all’inizio del VII secolo e da subito molto importante dal punto di vista politico, religioso e culturale. I possedimenti dell’Abbazia in età longobarda e carolingia, infatti, si estendevano in varie zone dell’Italia settentrionale. Divenuta Contea prima, poi Provincia Genovese sotto i Savoia e fino all’unità d’Italia, Bobbio fu parte della provincia di Pavia fino al 1923 e un seguito passò all’attuale provincia di Piacenza.
Oggi si tratta di una meta turistica rinomata, non solo per la ricchezza di testimonianze artistiche e culturali, ma anche per la natura lussureggiante che l’avvolge, la possibilità di praticare sport all’aria aperta e la grande quantità di manifestazioni, nate con lo scopo di far conoscere ai visitatori le affascinanti tradizioni che dominano il borgo. Tra gli edifici di maggiore interesse culturale c’è la già citata Abbazia di San Colombano, fondata per volontà dell’Abate Agilulfo. Gli elementi decorativi sono semplici e discreti, in affascinante contrasto con la grandiosità della struttura, che pretende rispetto e lascia a bocca aperta. Le linee architettoniche rimandano al periodo di transizione tra il gotico e il rinascimento, e all’interno si può ammirare una composizione pittorica spettacolare, realizzata da Bernardino Lanzani da San Colombano al Lambro. Da vedere la cripta, che un tempo ospitava il coro monastico e oggi custodisce il sarcofago di San Colombano.

All’interno del complesso abbaziale hanno sede il Museo della Città, un percorso didattico introduttivo alla cittadina, e il Museo dell’Abbazia, con tanti reperti archeologici e opere d’arte legate alla figura del santo. Tra gli edifici civili va ricordato il Castello Malaspina, edificato a partire dal 1304 ad opera di Corradino Malaspina come roccaforte della politica ghibellina. Al cambio di padrone corrispose un cambio di funzione: da quando passò nelle mani dei Visconti il palazzo diventò residenza del Podestà, e più tardi venne ceduto come feudo ai Dal Verme. Mutato in elegante dimora e acquistato da varie famiglie aristocratiche, nel 1956 divenne proprietà dello Stato e oggi si conserva soltanto in parte. L’edificio è ancora imponente e elegante, e dal cortile interno si ammira un panorama magnifico sulla città e le montagne tutt’intorno a Bobbio. Altra perla di Bobbio è il Ponte Vecchio o Gobbo o Ponte del Diavolo. Questo antico ponte dal profilo irregolare attraversa il fiume Trebbia: lungo 273 metri è il simbolo della città. Con 11 archi diseguali tra loro e posti a diverse altezze lo rendono unico nel suo genere. L'epoca di costruzione è sicuramente Romana ma non è databile per la sua irregolarità. Montagne che cambiano colore a seconda della stagione: in estate i verdi sono brillanti e intensi, ma in inverno le cime si tingono di bianco e si trasformano in esilaranti piste da sci. La stazione per gli sport invernali di Bobbio e Passo Penice è a una decina di chilometri dal centro, a cavallo tra le province di Piacenza e Pavia, e comprende discese per tutti i gusti e tutti i livelli di allenamento. Le due piste e il campo scuola sono servite da uno skilift e una manovia, e il manto nevoso è sempre garantito da un efficiente sistema di innevamento artificiale e dalla quota che varia tra i 1450 m e i 1150, con oltre 350 m complessivi di dislivello e puro divertimento. In più a Bobbio ci sono delle preziose fonti di acque termominerali, già note in epoca romana, utilizzate per la produzione del sale e per la cura di vari disturbi. Le utilizzarono i Longobardi ma la costruzione delle Terme di Bobbio risale alla fine del 19° secolo. A Piancasale la sorgente Roccia delle Saline dà un’acqua salso-bromo-iodica, mentre quelle di San Martino sono salso-iodico- solforose e vengono sfruttate in un accogliente centro termale. Altre sorgenti sono quella del Rio Foglino, la Fontana Ragazzi e la Cascata del Carlone.

Le Terme

L’azione salutare delle acque si fonde con un’aria pura e un clima piacevole, un vero toccasana per chi ha bisogno di rigenerarsi e lavare via lo stress della vita cittadina. Il clima di Bobbio, che può definirsi appenninico temperato, regala inverni freddi ma non troppo rigidi, abbastanza frizzanti da garantire delle belle nevicate, e estati calde ma non afose, dominate da un sole generoso. Le temperature medie del mese più freddo, gennaio, vanno da una minima di -3°C a una massima di 4°C, mentre in luglio si passa dai 16°C ai 29°C. Le precipitazioni, scarse nella bella stagione, si concentrano nel periodo autunnale, con una media di 90 mm di pioggia mensili. Con delle condizioni tanto favorevoli, aumenta la voglia di fare festa e stare all’aria aperta, come avviene in occasione delle manifestazioni organizzate nel centro di Bobbio durante l’anno. In estate si concentrano gli eventi più spensierati, come l’ “Estate Bobbiese” e i “Giovedì di Bobbio”, ma il divertimento non manca mai: basti citare il carnevale, la festa di primavera con il falò serale del 19 marzo, la fiera di San Giovanni nel mese di giugno e l’Appennino Folk Festival di luglio. E ancora il Bobbio Film Festival di Marco Bellocchio, che si ripete ogni anno a luglio, e la festa di ferragosto con i magici fuochi d’artificio serali. Da non perdere, infine, la festa medievale di San Colombano e i mercatini natalizi del mese di dicembre. Come arrivare? Se vi siete convinti di non poter trascurare una visita a Bobbio, incantevole località dal sapore antico e ospitale, potete scegliere tra le varie possibilità di viaggio. Se usate l’auto dovete percorrere la A1, uscire a Piacenza e imboccare la tangenziale in direzione stadio, poi imboccare la

SS 45 e procedere per 45 km verso Genova fino a Bobbio. La stazione ferroviaria più vicina è quella di Piacenza, a 40 km circa, mentre l’aeroporto più comodo è il Guglielmo Marconi di Bologna, a 192 km di distanza. Nei dintorni della città di Bobbio numerose sono le fonti di acque ricche di cloruro di sodio, iodio e di bromo. Già conosciute e sfruttate fin dall'antichità in età romana, ma anche longobarda per la produzione di sale oltre che per bagni curativi.
Il condottiero longobardo e duca Sundrarit' tenutario della zona, riceveva da re Agilulfo il reddito della salina di Bobbio, che sarà poi diviso con il santo monaco missionario irlandese San Colombano nel 614, fondatore dell'Abbazia di San Colombanoda cui dipenderà successivamente il grande Feudo monastico di Bobbio.
I monaci colombaniani comprenderanno l'importanza termale delle sorgenti e nei loro manoscritti medici redatti nello Scriptorium di Bobbio citeranno i benefici delle acque e dei fanghi termali. Le prime terme nacquero in luoghi dove era possibile sfruttare le sorgenti naturali di acque dotate di particolari doti curative come le acque salse o fossili per il secolare scorrimento sotterraneo in quella che è definita finestra tettonica. Verso la fine del medioevo le terme verranno distrutte perché le fonti sulfuree bromo-iodiche erano ritenute una fonte diabolica. Solo nel XVIII secolo ne verranno nuovamente apprezzate le qualità curative e verranno riscoperte.

Nel 1896 nasceva nei pressi dell'abitato di Piancasale a S.Ambrogio il primo stabilimento di cura termale e nel 1904 quello più famoso in località San Martino.
Stabilimento termale di S.Ambrogio a Piancasale

Lo stabilimento venne realizzato nel 1896 sfruttando l'antichissima sorgente salina di cloruro di sodio e iodio denominata Fonte della Roccia delle Saline, un tempo sfruttata per la produzione di sale dai longobardi, da San Colombano e dai monaci. Lo stabilimento denominato Bagni di S. Ambrogio fu operativo fino al 1928 quando, in concomitanza con lavori idroelettrici, venne tranciata la falda sotterranea e ridotto notevolmente l'afflusso idrico che ammontava un tempo a circa 50 litri al minuto di acque limpide cristalline e salatissime. Dalla sorgente ormai ridotta è possibile ricavare una quantità di sale tripla rispetto alle acque marine.

Stabilimento termale di San Martino

Nel 1904 venne realizzato il primo grande stabilimento termale ad opera dell'avv. Pietro Renati, che sfrutta la sorgente sulfureo-salsa che sgorga in una antica galleria. L'Istituto di Chimica Generale dell'Università di Pavia, nel 1967, rilevò che le acque sulfureo-salse di S. Martino contengono come elemento fondamentale l'acido solfidrico, oltre a bromo, litio, magnesio e borati alcalini. Essa risulta quindi particolarmente indicata nella cura della malattie croniche in genere. Il 2 maggio del 1971 venne inaugurato l'attuale moderno stabilimento termale, su disegno dell'ing. Aldo Galletti e interessamento del geom. Antonio Renati.
Chiuso il 31 dicembre 1999 è attualmente è in fase di ristrutturazione, riammodernamento ed ampliamento.

Fonte termale di Rio Foino

In località Rio Foino è stata recentemente realizzata una costruzione che permette a tutti di accedere gratuitamente alla fonte e, nella bella stagione estiva, di bagnarsi nelle sue acque termali curative. Essa è localizzata nei pressi del Ponte Gobbo a 300 m sulla riva destra del fiume Trebbia di fronte alla città. Al di sotto della fonte è stata realizzata una piscina all'aperto fruibile per bagni termali curativi.


Il progetto di recupero delle Terme attualmente in disuso

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